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CHI È IL CANE: ETOLOGIA, COMUNICAZIONE E PERCEZIONE

Aggiornamento: 7 ago 2024

 ESTRATTO DAL MANUALE CINOFILO DEL PROPRIETARIO CONSAPEVOLE


Essere umano e cane: un po’ di storia

L’essere umano, come specie, si è coevoluta con il cane: lo sviluppo del protocane risale al Paleolitico (circa 30-40 mila anni fa), con l’addomesticamento nei villaggi, dove i cani approfittavano degli scarti alimentari umani.

Sin da subito, quindi, il cane ha sviluppato una dipendenza indiretta dall’essere umano.


Le prime pitture rupestri che rappresentano cani sono state trovate in Africa, Medio Oriente ed Europa.

Testimoniano la nostra coevoluzione con il cane.


Con il passare dei secoli, l’essere umano ha imparato a sfruttare la predisposizione intrinseca alla collaborazione del cane, per farsi aiutare nelle sue attività come la caccia, in guerra e per la guardiania.

 

 

 

 

 


 


 


 

 

 

 

 


Il molosso da combattimento utilizzato dai Romani in battaglia



 

Ma cosa vuol dire che ci siamo coevoluti?

Significa che il cane ha imparato a concertarsi con noi e anche a leggere la mimica facciale umana e l’Homo sapiens ha iniziato a dipendere, a livello di storia evolutiva delle sue popolazioni, anche in parte dall’aiuto del cane.


Dal cane utile al cane-pet

Le cose sono cambiate in modo drastico con l’urbanizzazione.

Introdurre il cane in casa ha significato spingere per una domesticazione ancora più forte rispetto a quella della vita in campagna: le esigenze affettive e gestionali sono diverse ora, e stiamo andando verso una nuova evoluzione che non sappiamo dove porterà il cane come specie.

Da queste nuove esigenze nasce il bisogno dell’educazione cinofila.

Aumenta la quantità di cani in città (ambiente lontano dalla loro etologia) e, se la gestione è scorretta, aumentano i problemi.


PILLOLA CINOFILA Etologia: lo studio del comportamento animale nel suo ambiente naturale in chiave evoluzionistica


Le richieste che facciamo al cane sono innaturali

Vivendo in città, le necessità che esprimiamo nella relazione con il cane sono puntualmente antropocentriche.

I cani in città, spesso:

  • devono per forza andare d’accordo senza esprimere aggressività

  • si devono ignorare a vicenda sul marciapiede

  • non possono esprimere la loro animalità

  • devono stare sempre al guinzaglio

  • non hanno momenti di sana socialità

  • vedono il loro spazio e intimità fisica non rispettati


Il cane comunica prevalentemente tramite posture e spazio.


Per il cane lo spazio assume un valore comunicativo importantissimo.

Proprio per questo, se non rispettiamo questa parte etologica e mettiamo il cane in situazioni che per lui, come specie, non sono adeguate, nascono equivoci e quindi “problemi”.

In città vediamo tanti cani in difficoltà:

  • cani che abbaiano di continuo

  • aggressività e reattività

  • invasione della bolla prossemica intima fra cani e fra cane e persone


Spesso, in ambiente urbano, facciamo l’errore di sottovalutare l’importanza dello spazio per il cane, mettendolo in contesti che elicitano (richiamano, fanno emergere) certi comportamenti che riteniamo “sbagliati” o problematici.

Piuttosto, dovremmo mettere il nostro cane nelle condizioni migliori per rispettare questa componente etologica fondamentale:

per questo è importante studiare l’etologia e la comunicazione del cane,

per comprendere correttamente questa sua esigenza e quindi per poterlo guidare in modo funzionale e rispettoso nello spazio.


È un concetto che approfondirò anche in un video che sto preparando per il sito…


A livello educativo, insegnare a stare in città abbassa la soglia di sensibilità verso gli stimoli ambientali e sociali (ovvero il cane impara a tollerarli, si integra meglio al contesto e mantiene una condizione emozionale stabile tale da non essere elicitata da ogni stimolo).

La città può quindi diventare un buon punto di incontro fra esigenze del cane e dell’umano – a patto che si impari a viverla bene da entrambe le parti…


I cani hanno una sensibilità allo spazio molto più alta della nostra


Ma il cane, quindi, come se lo vive lo spazio?

Lo spazio del cane è fatto di:

Direzioni: hanno un significato sociale fondamentale. Tutti gli animali comunicano sin da piccoli dando e seguendo direzioni, già la madre dà ai suoi cuccioli diverse direzioni per far capire dove spostarsi.

La guida del gruppo sociale con un rango più alto spesso dà le direzioni: va da sé, quindi, che ci dobbiamo muovere nello spazio con sicurezza ed essere decisi (decisi, non coercitivi!) per poter guidare correttamente un cane.


Per capire meglio questo concetto, facciamo un breve cenno di etologia: soprattutto per quanto concerne i mammiferi, chi dà le direzioni e ha un’influenza nel farsi seguire (che non significa costringere) su uno o più partner sociali, ha probabilmente un accreditamento particolarmente alto rispetto quei soggetti che lo seguono.

Assodato questo, possiamo quindi affermare che muoversi in un determinato modo nello spazio avrà conseguenzialmente anche un certo valore comunicativo.

Le direzioni, nella comunicazione canina, hanno diversi obiettivi comunicativi.

I cani spesso:

- Interrompono/modulano un comportamento di un altro cane tagliando la loro traiettoria in direzione perpendicolare o obliqua al partner sociale interessato

- Tracciano linee con le traiettorie e le direzioni posturali del corpo per definire limiti

- Se hanno un rango più alto hanno un’influenza maggiore rispetto le direzioni da prendere in uno specifico spazio/ambiente


PILLOLA CINOFILA Rango: posizione di un individuo in una gerarchia sociale.I soggetti che assumono posture più reattive sono tendenzialmente quelli più giovani, inesperti e di rango inferiore.

Reattività: tendenza del cane a reagire a uno stimolo esterno con una certa intensità variabile.


Notiamo i diversi ranghi dalle posture, ovvero in base al gradiente di attivazione. Siamo di fronte a una dinamica di concertazione e allineamento su uno stimolo probabilmente di controllo (guardia). Questo tipo di disposizione spaziale crea una bolla prossemica di gruppo, che, se invasa, potrebbe o più o meno attivare i membri che la occupano


Posture: oltre alle marcature e agli altri aspetti della comunicazione spaziale, i cani comunicano prevalentemente attraverso le posture, che hanno dei significati ben precisi.

La maggior parte delle posture, esattamente come le marcature, assume uno specifico significato in base alla dinamica (o interazione) sociale in cui viene espressa.

Anche qui, il valore comunicativo e il significato, potremmo affermare che dipenda da diversi fattori: come viene espressa una determinata postura, rivolta a chi, in quale contesto ambientale, in quale dinamica sociale etc.

Capisci bene, così, quanto sia deleterio e fuorviante generalizzare alcuni comportamenti del cane.


Andiamo a vedere alcune posture/comportamenti che potrebbero avere una pluralità in termini di significato:

La monta può essere espressa per:

SE TI INTERESSA QUESTA TIPOLOGIA DI CONTENUTO, PER CONTINUARE A LEGGERE, RIMANI SINTONIZZATO SUL MIO PROFILO INSTAGRAM. Pubblicherò il testo completo del manuale cinofilo del proprietario consapevole prossimamente.

INSTAGRAM: gabriele_tolentino_

 
 
 

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